La vera artefice dell’epica kennediana


jackieJackie è un film iconografico che di Jacqueline Kennedy traccia un profilo a metà fra il pubblico e il privato, fra il mito e la storia. Al notista politico di Life, che la intervista cinque giorni dopo Dallas, Jackie (Natalie Portman) affida una vasta gamma di sentimenti. Rammarico, avrebbe dovuto sposare un uomo qualunque invece di un predestinato. Privazione, la morte di Jack, così improvvisa, spezza il legame con l’ambiente della White House, rinnovata dal gusto della First Lady per le belle arti. Solitudine, la casa di Hyannis Port è desolatamente vuota quando Theodore H. White (Billy Crudup) bussa alla porta della vedova Kennedy. Orgoglio, contro il basso profilo predicato dall’establishment Jeckie esige per il marito un funerale con tutti gli onori!

La fiction attribuisce alla ex First Lady un cinismo spiazzante anche per un giornalista premio Pulitzer che, raccogliendo dichiarazioni a dir poco sensazionali, si rende conto di non poterle riportare nel suo articolo. La sigaretta e il bourbon non esistono per il grande pubblico, che ricorda ancora Jacqueline Lee “Jackie” Kennedy Onassis, nata Bouvier, per lo stile improntato a un sobrio glamour. Il dolore devastante per la perdita del marito suscita in questa donna minuta una reazione scomposta ma determinata. Jackie affronta le telecamere che inquadrano il giuramento del presidente Lyndon B. Johnsson con indosso il sangue e la materia cerebrale del consorte. Quando lo stile si ricompone resta il dissidio interiore, quello tra fede e ragione. A mediare il conflitto di Jackie è un gesuita che del compromesso con il mondo ha fatto la propria cifra storica. Padre Richard McSorley (interpretato dal compianto John Hurt) fondò Pax Christi negli USA in concomitanza con la contestazione giovanile, fu inviso ai settori della Chiesa che temevano l’adesione dei cattolici al movimento hippie.

La scrittura del film è altamente simbolica, sviluppa i temi dell’articolo di Theodore White apparso su Life il 6 dicembre 1963. John Fitzgerald Kennedy ascoltava dei dischi prima di addormentarsi. La sua canzone preferita era tratta dal musical Camelot, la strofa che amava di più dice: “non dimenticate che ci fu un luogo che per un breve splendente momento fu chiamato Camelot”. Jackie elabora un mandato presidenziale come Materia di Britannia, dipinge JFK come un eroe del ciclo bretone. Jack non andava a cavallo ma era un capo militare, dunque il suo feretro è accompagnato da un destriero sellato, con gli stivali infilati nelle staffe al contrario. È sepolto nel cimitero nazionale di Arlington insieme ai veterani di tutte le guerre statunitensi.

Jackie è la vera artefice dell’epica kennediana. Natalie Portman, nell’interpretarla, si fa carico di un peso gravissimo. Con soavità l’attrice premio Oscar per Il cigno nero esprime anche il dolore più intenso. Menzione speciale per la fotografia di Stéphane Fontaine che riproduce la patina dei rotocalchi dell’epoca senza adoperare una sola immagine di repertorio. Voto 7,5.

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